Esercitazione Nazionale Cucco 2010
Si è svolta dal 30 giugno al 4 luglio l’esercitazione interregionale di soccorso speleologico denominata “Cucco 2010”.
L’organizzazione è stata curata dal Servizio Regionale umbro (Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria).
All’evento hanno partecipato in totale 162 volontari del CNSAS provenienti da Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Campania e Umbria. Il recupero in grotta è durato complessivamente 52 ore e 40 minuti.
Hanno dato il proprio appoggio alla manifestazione la Regione Umbria servizio di Protezione Civile, il Comune di Sigillo, il Comune di Costacciaro, la Comunità montana alta Umbria e la Comunità Montana Alto Chiascio.
Il supporto logistico, preziosissimo, è stato fornito da 28 volontari del Gruppo di Protezione Civile “Monte Cucco” di Sigillo, dell’Associazione Misericordie di Fossato di Vico, del Gruppo comunale di Montone, del Gruppo Alfa di Città di Castello e del Gruppo “la sorgente” di Gualdo Tadino.
Gli obiettivi principali dell’esercitazione, tutti raggiunti, si possono riassumere nei seguenti punti:
1) Simulare un incidente a media profondità ed effettuare il recupero del presunto ferito nel minor tempo possibile, utilizzando tecniche e materiali all’avanguardia e garantendo l’assistenza e le cure sanitarie necessarie durante il trasporto. A tale scopo sono state coinvolte la Commisione Medica e la Commissione Disostruzioni del CNSAS coordinamento speleologico.
2) Collaudare la collaborazione con le organizzazioni locali di Protezione Civile, per quanto riguarda la logistica esterna, con l’installazione e il mantenimento di un campo accoglienza per i numerosi tecnici impiegati nelle attività di soccorso.
3) Sperimentare un protocollo di intervento tra le varie strutture CNSAS, istituzioni e Protezione Civile, con il fine di rendere la collaborazione sempre più proficua e responsabile.
4) Verificare sul campo l’operatività e l’efficacia della Commissione Comunicazione e Documentazione (CCD) del CNSAS, coordinamento speleologico.
5) Testare in generale l’operatività della struttura CNSAS in caso di interventi di lunga durata.
Le operazioni di recupero, iniziate alle 22 di giovedì 30 giugno, si sono protratte fino all’uscita del presunto infortunato, avvenuta domenica 4 Luglio alle ore 2,40. Si sono alternate al recupero 4 squadre composte da una quarantina di volontari che hanno operato in media 8 ore consecutive.
La discreta profondità del luogo in cui è stato simulato l’incidente (fondo del Pozzo Franoso, a -562 m rispetto all’ingresso del Nibbio) e le complesse operazioni effettuate per garantire il recupero della barella in sicurezza, hanno comportano tempi abbastanza lunghi per il completamento delle operazioni di soccorso. Ciò detto, poiché si era in esercitazione, si è badato di più alla riuscita complessiva della manovra dal punto di vista tecnico che non alla rapidità dell’esecuzione. In caso di intervento reale è da credersi che le operazioni si sarebbero compiute in tempi minori.
I 28 volontari dei gruppi di Protezione Civile impegnati nella gestione logistica del campo hanno montato 12 tende mod. PI88 ministeriali e una gonfiabile, destinate a dormitori per i tecnici, magazzino materiale, segreteria, gestione campo e sala stampa.
Hanno inoltre fornito una cucina da campo e una tendostruttura adibita a mensa e cucinato pasti con cibi e bevande appositamente indicati dalla commissione medica del CNSAS, per garantire la giusta alimentazione ai tecnici impegnati in lunghi turni di lavoro.